lunedì 16 luglio 2018

COMUNISTI A MARINO, NEL LAZIO, IN ITALIA E NEL MONDO



Pochi giorni fa si è concluso il primo congresso del Partito Comunista Italiano. Questo Partito, questo PCI, è naturalmente un partito differente – almeno oggi – per potenza e capacità di penetrazione tale da essere percepito subito come riferimento affidabile e sicuro da tutti gli sfruttati nel nostro Paese. Tuttavia, questo PCI, per propria scelta e per propria vocazione annunciata e perseguita, è la RICOSTRUZIONE del Partito Comunista Italiano che tanti hanno conosciuto e che moltissimi sanno essere stato un protagonista assoluto, o con altri, delle battaglie, delle vittorie, dei miglioramenti di vita dei lavoratori in Italia. Quello che rende questo PCI, coerente con l’esperienza precedente dell’organizzazione comunista, risiede nella sua volontà di essere un partito NAZIONALE, da cui, per semplificare, il grande solco della via italiana al socialismo. Così come risiede nella sua scelta dell’INTERNAZIONALISMO, che vale e ci è riconosciuta non solo per i rapporti e per le presenze (decine e decine) di delegazioni estere di partiti e movimenti di lotta fratelli al nostro congresso, ma anche perché la nostra analisi sull’imperialismo, e le nostre scelte conseguenti sulla richiesta di uscita dalla NATO, fondano proprio, in chiave attuale, il nostro indirizzo internazionalista. Allo stesso modo, il partito che stiamo ricostruendo è un partito RIVOLUZIONARIO, non come qualcuno in altre parte scimmiotta, perché siamo estremisti o alziamo l’asticella del più uno; ma perché le nostre tesi, la nostra analisi che ne sono alla base, la nostra strategia e perfino le nostre tattiche di linee politiche si fondano sulla finalità della trasformazione della società, non su aggiustamenti di essa come opera un qualsiasi partito socialista democratico supino al capitalismo. Siamo, per ora un partito di quadri, ma con l’obiettivo dichiarato – fortemente dichiarato nel congresso e nei suoi documenti – di divenire quanto prima un partito di MASSA. Capace cioè di innervarsi con tutte le pieghe della società attuale, sia riferito ai giovani, sia riferito ai nuovi strati sociali molto disgregati dalla cultura individualista che ha preso piede negli ultimi decenni, sia riferito, infine, proprio alla diffusione organizzativa del PCI, affinchè esso viva in simbiosi con l’intera società italiana. Siamo un partito ANTIFASCISTA, nella accezione massima di vigilanza democratica contro il riproporsi di presenze e strategie fasciste che cercano di penetrare nel corpo del nostro Paese ed in Europa; ed anche nella accezione della difesa della Costituzione repubblicana per la difesa dei suoi valori della RESISTENZA. Per questo invochiamo l’attuazione piena del dettato costituzionale. Naturalmente, nel proporre la nostra analisi della lotta di classe – in Italia, in Europa e nel mondo – conseguentemente abbiamo scelto di volere essere i rappresentanti, i referenti, gli indissolubilmente legati ad un blocco sociale: quello della CLASSE OPERAIA, dei LAVORATORI. Comunque siano identificabili oggi: dai precari, ai lavoratori in nero; dai lavoratori immigrati, ai lavoratori delle fabbriche rese anonime perché parcellizzate; dai lavoratori intellettuali individuali, ai lavoratori occasionali non per loro scelta; dai lavoratori pubblici a quelli delle cooperative. Questo modo di essere PCI, di ricostruire il Partito Comunista Italiano, è lo stesso che ci dà sicurezza sul fatto che da soli, possiamo solo garantire la bontà del nostro percorso di idee e di scelte; ma per diventare una forza maggiore, quelle idee e quelle scelte hanno bisogno di unità. UNITA’ che per noi comunisti non è una dichiarazione di buona volontà. L'Unità è scelta, è consapevolezza nell’unire le forze, nel determinare lotte, piattaforme, fino a giungere alla consapevolezza di mettere le proprie energie in unione con le lotte di sindacati e movimenti di lotta dei lavoratori. Allo stesso modo, l’unità sociale e politica il PCI la perseguirà anche nei confronti delle forze comuniste che lo sceglieranno insieme a noi, così come per la sinistra di classe ed i movimenti e forze da essa rappresentate. Con la chiarezza assoluta che non è nella nostra scelta la riedizione di qualunque tipo di centrosinistra così come l’abbiamo conosciuto. Neppure nella versione dove noi fossimo la parte sinistra del centrosinistra. L’unica opzione che contempliamo è un cambio di analisi e paradigma che la sinistra – sia quella spezzettata, che quella liquidatoria dell’esperienza pds-ds-pd -sarà capace autocriticamente di mettere in campo. In alternativa, il PCI ha la volontà, la caparbietà, e cercherà la forza per presentare al Paese – nazionalmente e/o localmente – la propria proposta sotto l’egida dell’intramontabile simbolo della bandiera rossa e dei simboli del lavoro. Infine, questo PCI che stiamo ricostruendo, sarà lontano mille miglia, da talune involuzioni circa il costume di vita del partito stesso. Per questo la nostra sicurezza nella IDEOLOGIA COMUNISTA si avvarrà nella costruzione del Partito, nel suo funzionamento, nel suo rapportarsi con soggetti ed organizzazioni vicine, alleate, ovvero con le quali si stiano dividendo lotte e impegni politici, dell’unico metodo a noi congeniale il CENTRALISMO DEMOCRATICO. Per cui il PCI che sarà presentato e presente nelle piazze, nei dibattiti, sui media, sui social e nel contatto quotidiano coi lavoratori e coi cittadini, avrà una sola linea e nessuna frazione organizzata. Di queste cose, nei giorni del congresso, i nostri delegati Stefano Enderle, Nicola Casubolo, Maurizio Aversa e Roberto Canò, hanno discusso, concordato, confrontato, contribuendo – infine – alla costruzione del documento finale congressuale che riproduciamo qui di seguito col titolo di dispositivo finale del congresso. Ora, con la prosecuzione della iscrizione al PCI di quanti condividono le idee comuniste, di quanti ancora non sapevano che davvero stiamo tornando in campo, di quanti misurandosi con il panorama sociale, economico, culturale e politico che c’è nel Paese vuole contribuire ad un cambiamento che trasformi, non ad un cambiamento che nulla muta; per tutto ciò, quotidianamente, magari esprimendolo come linea politica precisa proprio da questo Blog, noi saremo attivi. Nella denuncia, nella proposta e nelle forme di lotta possibili. Potete cercarci e, soprattutto, contare su di noi: siamo quelli che diciamo ciò che facciamo e facciamo ciò che diciamo!

Nessun commento:

Posta un commento